È ormai appurato che l’uomo possiede dei meccanismi di autoguarigione intrinseci, che, per esempio, ci fanno guarire da una banale influenza. Su internet a riguardo si trovano le spiegazioni più variegate, dalle tecniche di autoguarigione della medicina orientale alla medicina energetica o ancora l’autoterapia. Non tutti questi approcci sono sostenuti da una valenza scientifica. Tutti però, hanno un punto in comune: l’organismo per affrontare le sfide della vita ha bisogno di energie, qualsiasi sia la natura della minaccia.

La comunità scientifica definisce come guarigione spontanea quel fenomeno che permette al corpo di superare gli ostacoli quotidiani, non solo intesi come virus o batteri, ma anche fattori predisponenti alla malattia, come per esempio un lavoro stressante, il fumo, alimentare rabbia e pensieri negativi.

Se ti stai chiedendo come un pensiero negativo, protratto nel tempo, possa diventare terreno fertile per il radicarsi di un mal di schiena, abbiamo bisogno di capire come funziona il modello PNEI. La Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia, infatti, è una scienza che studia le interazioni tra il sistema nervoso centrale, il sistema immunitario, il sistema endocrino ed il loro effetto sul comportamento umano. Tiene conto della relazione tra corpo e mente, quindi come il disturbo o la patologia influenzano la persona e viceversa. In altre parole come la persona percepisce il proprio stato di salute/malattia.

L’infiammazione non è sempre nostra nemica

Uno dei primi meccanismi che il nostro organismo mette in atto quando necessario è l’infiammazione. Esatto, l’infiammazione non è sempre un evento dannoso per il nostro corpo, ma ANZI, senza di essa non si potrebbero rimarginare le ferite o non guariremmo da una polmonite. È il punto di partenza della guarigione fisiologica in seguito ad un danno di qualsiasi natura. I segni più evidenti dell’infiammazione acuta sono calore, gonfiore, rossore e ovviamente dolore.

Quando questo meccanismo non riesce a risolvere l’ostacolo che si è presentato, si passa da una condizione di infiammazione acuta, benefica per l’organismo, ad una di infiammazione cronica, non positiva per il corpo. Perciò qualsiasi cosa ritardi l’infiammazione, ritarda anche il processo di guarigione.

Cosa fare?

La cosa più importante per tenere sempre attivi questi meccanismi è, appunto, darsi da fare. Innumerevoli studi ormai dimostrano l’importanza di una buona e costante attività fisica nel ritardare gli effetti dell’invecchiamento. Invecchiando più lentamente avremo anche dei meccanismi di difesa più efficienti. Oltre questo, la terapia manuale può essere un valido alleato in quelle condizioni dove ci sono livelli infiammatori molto alti, come nel caso di patologie sistemiche, ad es. artrite reumatoide.

Come interviene l’osteopatia

L’osteopata interviene proprio quando i meccanismi di autoguarigione falliscono, intercettando le zone del corpo in sovraccarico che possono essere sia dove si manifesta il dolore che a distanza. Uno degli obiettivi del trattamento per l’osteopata è ridurre il dispendio energetico dell’organismo liberando le aree che hanno perso la mobilità nel tempo, magari a causa dell’infiammazione cronica.

In questo modo l’organismo è in grado di ricorrere alla nostra “farmacia interiore”, composta da ormoni, neurotrasmettitori e tutte quelle sostanze che naturalmente ripristinano il nostro stato di benessere.

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